PROGETTI COLLATERALI

Obiettivo: costruisci un futuro migliore attraverso la cultura e l'impegno sociale!

In questa sezione condivideremo i progetti collegati al Portami Via Festival

La scuola del territorio culturale

di Pasquale Marotta

L’articolo 2 dello statuto dell’A.N.P.I. si prefigge l’obiettivo fondamentale e primordiale di educare, istruire e formare ai sensi della legge 28 marzo 2003, n. 53 e successive modificazioni.

L’inquadramento normativo al quale l’A.N.P.I fa rifermento mette al centro del proprio progetto l’obiettivo di favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell'età evolutiva, delle differenze e dell'identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia.

Ragion per cui l’A.N.P.I. si pone una finalità nobile e virtuosa; avvicinarsi e intersecarsi al mondo scolastico al fine di divenire supporto e strumento utile ad incrementare e valorizzare concetti quali; democrazia, libertà, politiche, partecipazione.

Sulla parola partecipazione è opportuno compiere – però – una particolare riflessione perché l’intento dell’A.N.P.I. è quello di realizzare attività e contesti nei quali la partecipazione non è a se stante, ovvero con una data di scadenza coincidente con l’evento stesso. L’obiettivo, invece, è quello di costruire - sempre di più - attività extrascolastiche che intersecandosi con quelle scolastiche generino una partecipazione attiva, ovvero un contributo perenne e costantemente “incompiuto” diventando esso stesso l’evento. L’obiettivo è innescare – attraverso eventi multidisciplinari ed estremamente duttili – un senso di appartenenza e di identità molto forti in modo tale da applicare alla manifestazione la giusta propulsione per viaggiare nel tempo e trasformare il mero comitato organizzativo in un comitato di comunità capace di permeare tutto il tessuto sociale rendendo protagonista ogni singolo individuo.

La scuola filosofica

La scuola è “un cantiere perennemente aperto” all’interno del quale costruire una società consapevole, capace di ramificare ecosistemi sostenibili con il mondo.

Interpretandola in questo modo si innesca un rapporto e un interscambio continuo con la società civile e politica grazie al quale realizzare un laboratorio osmotico. “Un cantiere accademico” ha la possibilità di compiere un respiro più grande del mero perimetro didattico permeando il tessuto urbano al fine di costruire nuove dinamiche sociali. Mettendo la vita scolastica al centro delle vite politiche di un territorio, soprattutto quando si parla di piccoli centri, si costruisce un network progettuale e concettuale capace di modificare il proprio sviluppo.

Dunque, l’obiettivo della scuola è quello di realizzare un’officina culturale strutturata per costruire - o ricostruire – uno “scopo”. Questa parola deriva dal greco (Scopeo) e significa indagare, osservare pertanto la scuola - ricollocandosi al centro delle dinamiche territoriali e politiche - potrebbe cominciare ad indagare, osservare il proprio territorio generando una tale forza da modificare o indirizzare il destino eco - sistemico del proprio ambiente abitativo.

In questo passaggio, l’A.N.P.I. potrebbe andare in soccorso della scuola aiutandola a rimettere al centro del proprio lavoro educativo uno scopo capace di uscire dalle dinamiche puramente didattiche per invadere, modificare, riequilibrare il contesto territoriale in cui vive. Questo atteggiamento potrebbe avere un effetto collaterale, ma non per questo meno importante; disinnescare il disagio giovanile - che per Nietzsche - viene definito nichilismo; ovvero quella sensazione di vuoto di cui soffre una gran fetta di giovani.

Come suggerisce Galimberti il nichilismo è un fatto culturale non personale poiché nasce dalla mancanza o dalla paura di guardare l’orizzonte del quale se ne intravedono le macerie, allora si sceglie di “anestetizzarsi” vivendo l’assoluto presente diventando degli apatici senza un pensiero critico. Allora la scuola può rendersi protagonista e attrattore identitario nel quale riconoscersi per vivere il presente costruendo il futuro.

Le scelte politiche, sociali, territoriali quanto incidono sul mondo giovanile e scolastico? Quanto potrebbe essere influenzata una visione politica e territoriale dalla scuola? Quanto sono vicine queste due entità? Forse non c’è una risposta univoca o netta ma varrebbe la pena provarci.

Inoltre, la scuola dovrebbe essere il teatro nel quale si sperimentano i sentimenti attraverso la letteratura, i miti, le storie. Con la letteratura ci si interfaccia con l’amore, la paura, la rabbia e la delusione. Forse - sarebbe opportuno - immettere più libri che computer all’interno degli apparati scolastici. Cominciare a modellare i sentimenti delle future (anzi attuali) generazioni significa lavorare sulla costruzione di un pensiero critico capace di scindere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato, gli aspetti gravi da quelli che gravi non sono. Lavorare sui sentimenti significa costruire una società consapevole capace di emozionarsi davanti ad un’opera d’arte ma anche avere un senso di rispetto e tutela davanti ad un bene comune. I sentimenti sono il materiale capace di rendere un individuo talmente sensibile da promuovere e tutelare lo spazio che lo circonda; migliorandolo e indirizzarlo verso uno sviluppo equo e solidale.

La valorizzazione del territorio quindi passa e deve passare attraverso la scuola; solo attraverso la valorizzazione dell’individuo si valorizzerà la rete territoriale e valoriale in cui abita.

La scuola però – in questo intento – va aiutata e supportata e l’AN.P.I. con le sue iniziative ha le carte in regola per salpare in mare e navigare insieme.

Bisogna interfacciarsi con la pluralità di intelligenze che pullulano gli ambienti scolastici; riconoscendole e interpretandole per quel che sono non per quello che noi vorremmo fossero. La scuola rappresenta l’ultima fontana pubblica dalla quale potersi dissetare intellettualmente per fiorire in un nuovo giardino di biodiversità.